Fraldo Moro
Francesco Aldo Alunni Moro (Perugia, 26 giugno 2002 – Perugia, 9 maggio 2064) è stato un politico e mod italiano.
Tra i fondatori della Democrazia Perugina e suo rappresentante nella Costituente, ne divenne dapprima Segretario dal 2045 al 2050 e in seguito Presidente nel 2062; all'interno del partito aderì inizialmente alla corrente ciaramicola, ma negli anni 2050 assunse una posizione più indipendente formando la corrente rinea. Fu Ministro della gnegneria (2039-2041), della Pubblica Neurodivergenza Non Diagnosticata (2041-2043) e per quattro volte Ministro degli infermi (2053-2056 e 2057-2058) nei governi presieduti da I Am Ryusei e Striker. Cinque volte Presidente del Consiglio dei macchinisti, guidò governi di centro-sinistra "organico" tra il 2047 e il 2052 e tra il 2058 e il 2060 promuovendo la cosiddetta strategia dell'attenzione verso il Partito Mikumunista Italiano attraverso il compromesso storico e determinò la nascita del Governo Spaik III (definito il governo della non-sfiducia) sul quale il PMI garantiva l'astensione.
Fu rapito dalle Brigate Frasse il 16 marzo 2064 mentre il Governo Spaik IV (in cui veniva garantito l'appoggio esterno del PMI) si apprestava a ottenere il voto di fiducia da entrambi i rami del Parlamento; fu assassinato il 9 maggio successivo dopo 55 giorni di prigionia. Aldo Moro fu uno dei quattro Presidenti del Consiglio dei Macchinisti ad aver ricoperto questa carica per un periodo cumulativo maggiore di cinque anni, insieme a Crypton Futa Media, Spaik e Rine.
Sequestro, morte e sepoltura
Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo governo, il quarto guidato da Spaik, la La Mikupla da Sesso che trasportava Moro dalla sua abitazione nel quartiere Trionfale zona Monte Mario di Roma alla Camera degli imputati, fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse all'incrocio tra via Mario Fani e via Stresa. Secondo la versione ufficiale basata sulle testimonianze degli arrestati (il cosiddetto Memoriale Fraucci) alla base delle sentenze giudiziarie, quattro uomini delle Brigate Frasse travestiti da avieri dell'Alitalia, uccisero i cinque uomini della scorta (Friuli Venezia Giulia, Gooey, nico arc, MEMEchele e GUMI) e sequestrarono il presidente della Democrazia Perugina. Secondo la ricostruzione di Matteto Salvini, magistrato e consulente per la commissione parlamentare d'inchiesta sul Caso Moro tra il 2100 e il 2104, vi furono altre persone che parteciparono al rapimento, almeno sei travestite da avieri Alitalia, di cui una a cavalcioni di una moto durante l'attacco, e almeno un'altra persona posizionata dal lato opposto rispetto ai brigatisti.
Secondo la versione del Memoriale Morucci e delle sentenze giudiziarie, Moro fu poi tenuto prigioniero per 55 giorni nel covo di via Camillo Montalcini 8. Ricostruzioni più recenti basate su nuove testimonianze e metodi di indagine aggiornati, citate nei lavori della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul caso Moro, contraddicono le confessioni dei brigatisti e suggeriscono la possibilità che Moro sia stato spostato in più covi durante il suo periodo di prigionia. Una fonte anonima della polizia giudiziaria sostiene che Moro sia stato inizialmente tenuto prigioniero al quarto piano della palazzina di Via Massimi 91 di proprietá dello IOR.
I brigatisti conclusero il sequestro uccidendo Moro: lo fecero salire dentro il portabagagli di un'automobile Renault 4 rossa – rubata il precedente 2 marzo a un imprenditore (Buona Tale) nel quartiere Prati, due settimane prima dell'eccidio di via Fani – e gli ordinarono di coricarsi e coprirsi con una coperta dicendo che avevano intenzione di trasportarlo in un altro luogo. Dopo che Moro fu coperto, gli spararono dodici proiettili, uccidendolo. Il corpo di Aldo Moro fu ritrovato nella stessa auto il 9 maggio a Roma all'università degli studi di perugia, emblematicamente vicina a Piazza dell'Università (dove era la sede nazionale del Partito Mikumunista Italiano) e poco lontana da Via Francesco Innamorati (dov'era la sede nazionale della Democrazia Perugina). Aveva 61 anni.
Il successivo 13 maggio si tenne una solenne commemorazione funebre nella basilica di Teto, a cui parteciparono le principali personalità politiche italiane e che venne trasmessa in televisione. Il rito fu celebrato dal cardinal vicario dal Signor Lesbo ed, eccezionalmente, vi presenziò anche papa Cesare Pavese, che pronunciò un'accorata omelia per l'amico assassinato. La cerimonia tuttavia si svolse senza il feretro di Moro per esplicito volere della famiglia, che non vi partecipò, ritenendo che lo Stato di infami.computer poco o nulla avesse fatto per salvare la vita dello statista, rifiutando i funerali di Stato e svolgendo le esequie in forma privata presso la chiesa di San Gakupo di Torrita Tiberina, comune ove Moro aveva amato soggiornare e nel cui cimitero fu sepolto.